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Big Mary, Laika, Topsy e le altre vittime del sistema "umano" SKMBT C45218022811140 pdf 1

E’ risaputo che la storia della specie umana è costellata di violenza. Gli uomini per soldi sesso e potere hanno trasgredito e tradito i valori più grandi , le emozioni più intime, il credo più radicato.

Per pochi danari hanno svenduto i loro gli ideali, mortificato i loro principi, nell’inseguimento costante di un effimero senso di benessere e felicità mai raggiunto e irragiungibile.

Ed in questa corsa hanno spesso calpestato senza alcuna remora la dignità ed il diritto alla vita di altri esseri viventi, usandoli e sacrificandoli sull’altare della scienza, dell’avidità, e dell’egoismo più sfrenato.

Nel corso dei secoli gli altri animali sono stati presi di mira per il raggiungimento degli scopi della specie umana che non ha tenuto in alcun conto della loro sofferenza, del loro diritto implicito alla libertà e a vivere la loro vita in totale autonomia.

Tra le storie di sopraffazione più toccanti alcuni nomi spiccano e sono quelli di Big Mary, Laika e Topsy che insieme a moltissimi altri non meno importanti ma forse meno conosciuti, sono stati abusati torturati ed utilizzati in nome di una presunta scienza e del progresso dell’umanità.

Personalmente credo che non possa esserci progresso alcuno se raggiunto a scapito di altre vite in quanto la parola progresso significa evoluzione e non involuzione e nessuna evoluzione può essere raggiunta  calpestando i diritti altrui.

Era l’ormai lontano 1916 quando Big Mary, un’elefantessa schiava in un circo, uccide un giovane operaio appena assunto come addestratore di elefanti, il quale durante una manifestazione per pubblicizzare lo spettacolo circense, pare la pungoli quando lei si ferma per raccogliere un pezzo di cocomero da terra.

L’elefantessa giustamente infastidita da questo ennesimo atto di sopraffazione afferra il giovane e lo scaglia lontano dopo di ché gli schiaccia la testa con una zampa tra la fuga generale del pubblico spaventato. Ma come ben si sa la giustizia umana non comprende gli altri animali, il proprietario del circo decide di sopprimerla. Big Mary viene giustiziata due giorni dopo in un modo atroce. Appesa ad una gru con una catena il 13 settembre 1916 viene spietatamente impiccata davanti a qualche migliaio di persone (bambini compresi).

Ben più tristemente nota è la storia di Laika, cagnetta meticcia anch’essa di 5 anni, dal manto chiazzato di bianco. Fu lanciata nello spazio il 3 novembre 1957 dalla base kazakha di Baijkonur a bordo dell Sputnik 2. Laika è stata la prima vittima della conquista spaziale, la navicella infatti si disintegrò al rientro anche se questa non fu la causa della sua morte. Solo nel 2002 infatti si saprà che la cagnolina sarebbe morta poco tempo dopo il lancio per un guasto del sistema di temperatura interna alla capsula. Altri animali sono seguiti a questo primo esperimento, altri cani, gatti, scimmie, sono stati lanciati in orbita e molti di loro non hanno mai fatto ritorno.

Vittima sacrificale della conquista cosmica Laika, la cui foto ha fatto il giro del pianeta, è commemorata  ogni anno dagli animalisti di tutto il mondo che l’hanno eretta a simbolo della sopraffazione umana sul mondo animale.

La storia di Topsy, forse la più crudele delle tre, oltre a far venir voglia di boicottare la corrente elettrica, di certo disonora alla grande il suo ambizioso scopritore Edison che ne causò la morte  e in un solo attimo, ne annienta ai nostri occhi gli onori che gli spetterebbero per la grande scoperta di cui è stato protagonista.

Topsy elefantessa di circa 30 aveva passato parte della sua vita in un circo per poi finire in un luna park dove veniva utilizzata per trasportare materiale e turisti. Si dice che in tre anni avesse ucciso tre uomini, sicuramente sempre per legittima difesa perché gli elefanti a differenza di noi umani, non sono assassini. Pare infatti che l’ultimo suo aguzzino le avesse messo in bocca una sigaretta accesa.

E fu così che ancora una volta la giustizia umana se la prese con un essere totalmente indifeso decidendo che Topsy doveva morire per pagare i suoi “crimini”. Quale occasione migliore se non quella di permettere all’inventore Edison, a quell’epoca alle prese con l’antagonista Westinghouse per una questione di corrente continua e alternata, di utilizzare arrostendolo, l’enorme corpo di Topsy come prova della pericolosità della corrente alternata adottata su suo suggerimento dallo stato di New York per la sedia elettrica?

Era il 4 gennaio del 1903 quando al Luna Park di Coney Island Topsy venne brutalmente uccisa. Imbragata nei fili elettrici moriva dopo circa 10 secondi per una scarica potentissima di corrente.

Questo modesto scritto non servirà a rendere giustizia a queste ed altre creature vergognosamente e ignobilmente straziate sul cammino per la conquista del progresso umano ma vuole solo ricordarle, con umiltà, con tristezza e dolore, con la consapevolezza che ancora oggi altri animali sono sacrificati dal sapere umano e aspettano con ansia che la morte li liberi da atroci sofferenze nei laboratori di vivisezione e in altri posti simili dove non c’è posto per l’empatia ne per la pietà.

La nostra flebile speranza è che tutto questo abbia fine e che possiamo riscoprire un giorno la nostra affinità e similitudine con gli altri animali per renderci finalmente conto che il sapere, la scienza e il futuro dell’uomo, non possono passare attraverso la negazione del diritto alla vita, al rispetto e alla libertà di altri esseri viventi.

 

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