Skip to main content
Tempo di lettura: 5 minuti

Forse saranno stati quei tuoi grandi occhi tristi e imploranti, che brillavano languidi dall’angolo buio di una stalla, o forse quelle tue tenere zampette piccole e bianche che contrastavano il cemento sporco sul quale eri costretta a vivere, forse quell’aria tenera di chi sa di non poter chiedere nulla e di dover solo subire, è così che ti ho visto quasi per caso in quella foto di un autunno fa, scattata in una stalla di Tres che grazie alla tecnologia dei nostri tempi, una sensibile e giovane ragazza mi aveva mandato. E subito mi sei entrata nel cuore e nella mente, Kika. Un sottoscala sporco e trascurato, una cassetta dove passavi le tue notti e di certo anche le infinite ore dei tuoi giorni e una vecchia catena che pendeva dal soffitto e ti teneva tuo malgrado reclusa in quel tugurio. Cosa ci facevi tu li sola, insieme a quelle mucche che avrebbero dovuto farti compagnia ma che in fin dei conti erano anch’esse compagne di viaggio e di prigionia?

Era stato sempre quello il posto dove avevi vissuto fino ad allora la tua vita? Avevi mai visto un cielo azzurro, avevi mai camminato sull’erba verde dei prati, avevi mai provato il calore dei raggi di sole sul tuo corpo?

Me lo sono chiesta spesso, troppo spesso per non sentirmi in colpa di non essere venuta a cercarti prima. Poi l’incontro con un’amica che come me vede il mondo con gli occhi dell’empatia, mi ha fatto ritornare su di te, sul ricordo di quei tuoi occhi stanchi e solitari, e mi sono chiesta se davvero la tua situazione era migliorata dopo quel primo sopralluogo dei veterinari che avevano dato disposizione di trovare per te una sistemazione migliore. Erano passati dei mesi ma a questo punto dovevo sapere. E insieme a questa mia amica abbiamo chiesto aiuto proprio al veterinario che era venuto da te la prima volta.

E’ stato questo il primo passo poi le cose si sono succedute, velocemente, una dopo l’altra. Il secondo sopralluogo da parte del dott. Francesco Gabrielli, che dopo averti rivisto ancora li, nello stesso posto, nonostante le sue prescrizioni, non ha perso tempo e ha messo tempestivamente in atto tutta la procedura per la denuncia, l’attesa dei documenti, l’autorizzazione del magistrato, l’organizzazione per il tuo sequestro, la documentazione da far firmare ai proprietari, il trasporto, e una sistemazione per accoglierti, l’intervento dei carabinieri di Taio arrivati con lui sul posto e poi finalmente il tuo prelievo e quel breve viaggio in macchina verso una nuova vita, verso la vita che non hai mai avuto. Le prime foto commoventi, di te finalmente libera, spaventata e intimorita da ciò che avrebbe potuto succederti, il tuo ringhiare all’avvicinarsi di una mano umana, ma chi avrebbe potuto darti torto dopo ciò che avevi subito? E poi la prima passeggiata nell’erba alta al guinzaglio di un signore che non conoscevi ma che stranamente ti camminava amichevolmente accanto e che ogni tanto i tuoi occhi sbirciavano dal basso come per cercare conferme, una camminata in un grande prato a casa di una signora che ha fortemente voluto accoglierti per prendersi cura di te, il tuo sguardo stupito e attonito come di chi non crede ai suoi occhi, come di chi pensa di stare in un sogno, le tue zampette bianche che spiccavano nell’erba verde e finalmente, finalmente, quella tristezza come per magia scomparsa dai tuoi occhi, in un attimo. Certo il tuo percorso è appena iniziato, ora ti aspetta una visita in clinica per capire se c’è la possibilità di operarti per asportarti quella forma tumorale estesa che hai sul fianco e che nessuno aveva mai pensato di provare nemmeno a curare.

Ti aspetta una nuova vita Kika e noi faremo di tutto perché sia la vita più bella che tu possa avere. Lontana dall’inferno dove stavi, fatta di carezze, amore, persone che si preoccupano per te. Non sarai più sola e vivrai i giorni che ti restano, pochi o tanti che siano, in un paradiso che mai avresti potuto immaginare.

Certo ci vorrà del tempo per vincere la tua diffidenza verso il mondo e verso gli umani ma alla fine la voglia di vivere e le attenzioni che ti saranno date vinceranno sulle tue paure e su tutto il resto e il tuo triste passato non sarà più nemmeno un ricordo.

Queste poche righe sono dedicate a te Kika e vogliono altresì essere un invito a coloro che leggeranno, ad entrare in un labirinto piuttosto tortuoso in cui è facile smarrirsi se non si hanno idee e orizzonti chiari. E’ il labirinto dell’etica, della giustizia, della moralità e dell’empatia, sentimenti con i quali ognuno di noi, una volta entrato, deve fare i conti, con se stesso in primis e con le sue azioni in secundis. E’ giusto tenere un essere vivente incatenato? E’ giusto privarlo delle sue esigenze etologiche e fisiologiche rendendogli impossibile anche i movimenti più vitali che possiede fin dalla nascita per diritto naturale? Nonostante la legge dica chiaramente che il detentore di un animale d’affezione è tenuto a garantirne la salute, il benessere, l’igiene e gi spazi di dimora, assistiamo purtroppo ancora troppo spesso a casi in cui queste disposizioni sono costantemente violate e non ci si riferisce solo ai cani a catena ma spesso anche a quelli rinchiusi nei recinti-galera o meglio nelle gabbie per ore e ore, talvolta fra escrementi. Dobbiamo dire basta a tutto questo tutti abbiamo il dovere etico e morale di segnalare e denunciare i casi di violenza e maltrattamento verso gli animali che incontra sul suo cammino.

Kika è stata sequestrata il giorno 27 maggio alle ore 16.30 ca grazie al dott Francesco Gabrielli medico veterinario della ASL di Cles, con la collaborazione e il supporto dei carabinieri del comune di Predaia- Taio e affidata all’associazione Etica Animalista che seguirà costantemente i suoi progressi.  

Grazie a Dino, Ivana M., Maria Luisa, Valentina, e a tutti coloro che hanno collaborato e contribuito alla sua liberazione.

Ci auguriamo che il suo caso e il suo sequestro possano essere da monito per altri che detengono gli animali in condizioni terribili che non tengono assolutamente conto del loro benessere.

Gli animali NON SONO OGGETTI.

Ivana Ravanelli

Etica Animalista

Cles (TN)

KIKA, UNA STORIA A LIETO FINE Kicha stalla
nella stalla
KIKA, UNA STORIA A LIETO FINE kika 1
giaciglio
KIKA, UNA STORIA A LIETO FINE trasporto

in auto

KIKA, UNA STORIA A LIETO FINE sequestro
il sequestro

Leave a Reply