La manifestazione per il clima che ha avuto luogo ieri 15 marzo in moltissime città italiane potrebbe restare solo una delle tante manifestazioni se non si metteranno in atto strategie specifiche per cambiare le cose.
I ragazzi, si sa, sono ragazzi e si lasciano trasportare facilmente verso lidi utopici e lontani se non educati ad altro, ma, al di la del loro evidente e da un certo punto anche ammirabile e comprensibile entusiasmo, noi adulti sappiamo bene che vivere di utopie non serve a molto, importante invece, responsabilizzare, mettendo i giovani di fronte alla realtà, dicendo loro come stanno le cose e chiedendo loro di fare delle scelte.
La scuola purtroppo è ben lungi dal fare questo, si organizzano viaggi di istruzione in paesi lontani, vacanze all’estero, progetti di ogni tipo, uscite formative che non formano o formano poco, spettacoli teatrali e musicali e mille altre cose delle quali molte inutili, ma mai, mai nessuno, affronta nello specifico il problema clima dicendo qual’ è la vera causa di questo problema. Tutto ciò perché viviamo in un mondo ipocrita, in società ipocrite che fondano la loro economia sullo sfruttamento di esseri viventi indifesi alla mercé della specie umana, società che preferiscono chiudere gli occhi di fronte ad una realtà che non piace ma che per essere cambiata comporta un cambiamento radicale del nostro modus vivendi, quello alimentare in primis e preferiamo arrampicarci sugli specchi piuttosto di correre seriamente ai ripari perchè è ormai assodato che sono gli allevamenti la causa principale del cambiamento climatico.
Sappiamo bene che dietro al mondo della carne c’è un business colossale dove lucrano in molti e che costa al sistema sanitario miliardi di euro in salute pubblica, eppure nessuno lo dice, sappiamo che questo business è improntato sulla violenza di un sistema antropocentrico e specista che ha posto l’uomo su di un piedistallo dal quale domina e sottomette tutto il resto del vivente, conosciamo gli abusi degli allevamenti e la violenza di quei luoghi chiamati macelli dove miliardi di animali ogni giorno finiscono le loro misere vite appesi ad un gancio tra l’indifferenza di tutti, e nonostante ciò ci riempiamo la bocca di parole come pace, compassione, empatia,… sappiamo che una bistecca costa moltissimo anche in termini di risorse energetiche e spreco di acqua e giriamo la testa dall’altra parte mentre ordiniamo la fettina al ristorante o mentre acquistiamo la braciola incellofanata al supermercato, parliamo di solidarietà verso il terzo mondo, verso chi non ha niente e deve magari percorrere chilometri per un secchio di questo prezioso liquido che poi noi sprechiamo nel mondo degli allevamenti per soddisfare la nostra ingordigia.
Sappiamo un sacco di cose che non si devono dire e continuiamo a vivere nella nostra ipocrisia cercando di tenere tutti nell’ignoranza. Ma il pianeta ci sta presentando il conto e non avremo abbastanza soldi per pagarlo.
Abbiamo ideato un sistema mostruoso dove la pietà è solo una parola sul vocabolario e che sta trasformando anche noi da carnefici in vittime.
Ecco perché invece di vivere di utopie dovremmo cominciare a fare qualcosa di concreto, ad agire per invertire la rotta di questa nave che è drammaticamente destinata ad affondare con tutta la sua ciurma e per fare questo dovremmo entrare nelle scuole ed iniziare a parlare di alimentazione vegetale, di rispetto per la vita, per ogni forma di vita, di cura, vera cura, dell’ambiente.
C’è un libro bellissimo, un saggio che tutti dovrebbero leggere e che si intitola “Un mondo sbagliato” che racconta la storia dell’umanità dagli albori ad oggi e della distruzione della natura e degli animali da parte dell’uomo https://www.agireoraedizioni.org/libri/filosofia-diritti-animali/mondo-sbagliato/
Sarà la scelta vegan la sola che potrà salvare il mondo.
Io, vegana dal 2007 dopo aver trascorso circa 6 anni da vegetariana prima di questa data ho preso questa decisione per etica e per rifiuto verso la violenza istituzionalizzata di un mondo che è forte solo con i deboli, gli altri animali che con noi condividono a pieno titolo questo pianeta disastrato e che non sono al mondo per soddisfare le esigenze umane ma bensì per vivere la loro vita esattamente come noi della specie umana viviamo la nostra
La nostra arroganza di “umani” ci ha portati a correre a grandi passi verso il baratro e non è con le bugie che fermeremo questa corsa forsennata verso l’autodistruzione.